La Prima Guerra Mondiale e la caduta dello Zar

La strada verso l’indipendenza finlandese

Non ancora soddisfatto della sonora lezione rimediata contro i Giapponesi nella guerra del 1904-05, incurante dell’arretratezza della nazione e delle condizioni pessime del suo esercito, lo zar si arrischia in una nuova avventura contro le potenze dell’Europa Centrale, coinvolgendo quindi anche la Finlandia che a quei tempi era parte del suo impero.

Un’avventura finita malissimo: la Russia degli zar contro gli Imperi Centrali.

Dopo centinaia di anni prima sotto il dominio svedese e poi sotto quello russo, la Finlandia si proclamò indipendente il 6 dicembre 1917. Gli eventi che portarono il Granducato di Finlandia a separarsi dall’Impero Russo maturarono durante gli ultimi decenni del XIX secolo, subirono un’accelerata a partire dal 1905 e precipitarono con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale e della Rivoluzione d’Ottobre.

Allo scoppiare della Prima Guerra Mondiale l’esercito russo era numericamente impressionante: 16 milioni di soldati, organizzati in oltre un centinaio di divisioni. L’efficienza di questo potenziale umano era tuttavia seriamente compromessa dall’armamento arretrato, dalla scarsa disciplina dei soldati e dalla loro brutalità, dall’inettitudine e dal nepotismo degli ufficiali. La Russia non si trovava inoltre in condizioni tali da poter sopportare un conflitto bellico prolungato, dal momento che lo sviluppo industriale era arretrato e il Paese mancava di una rete efficiente di infrastrutture, in particolar modo per quanto riguarda le vie di comunicazione interne.

Seppur non coinvolta geograficamente nel conflitto bellico, la Finlandia rivestì un ruolo strategico non indifferente per la potenza orientale, dal momento che rappresentava un possibile accesso a San Pietroburgo per eventuali attacchi nemici e riforniva la madrepatria di derrate alimentari e risorse materiali necessarie all’economia russa, messa praticamente in ginocchio dallo sforzo bellico.

I Finlandesi non erano tenuti a servire nell’esercito imperiale, ma molti (circa 800) partirono volontari per servire lo zar, e combatterono nei campi di battaglia europei. Molti di più -paradossalmente- si schierarono con il nemico. Anch’essi volontari, erano soprattutto studenti con idee nazionaliste, che partirono alla volta della Germania per ricevere addestramento militare, con l’intenzione di servirsene nell’eventuale lotta di liberazione nazionale. Di essi, 1600 furono inquadrati in una brigata speciale che combatté contro le truppe zariste sui campi di battaglia in Lettonia.

Nel frattempo in Russia l’andamento tragico del conflitto -6 milioni di soldati caduti, feriti o presi prigionieri nei primi tre anni di guerra- e l’estrema scarsità di alimenti e generi di prima necessità, scatenò scioperi e sollevazioni popolari.

Con il degenerare della situazione interna e l’allargarsi delle proteste l’ordine pubblico divenne sempre più difficile da mantenere: le stesse truppe inviate a sopprimere i tumulti si rifiutavano di sparare sulla folla inerme e sempre più spesso si univano ai sediziosi. Con il Paese oramai ingovernabile e sull’orlo del caos totale Nicola II abdicò il 15 marzo 1917, ponendo fine alla lunga dinastia dei Romanov e aprendo la strada all’indipendenza finlandese.

Nel 1917 Lenin fu aiutato a lasciare il suo esilio in Svizzera dai servizi segreti del Kaiser, che intendevano usarlo per innescare una rivoluzione in Russia e indebolire così il nemico. Lenin venne fatto viaggiare in treno attraverso Germania, Danimarca e Svezia, fino ad attraversare la frontiera del Granducato di Finlandia a Tornio, in Lapponia, per poi dirigersi a sud a Helsinki. Una volta arrivato in città, prima di partire alla volta di Sa Pietroburgo e scrivere la Storia, egli prese residenza ad Hakaniemi, vicino al mercato coperto (Kauppahalli). Sulla facciata esterna del palazzo in questione (Sörnäisten Rantatie 1) è presente una targa che commemora l’illustre inquilino.

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