La Finlandia è la tredicesima nazione al mondo per tasso di suicidi
Parlando della Finlandia si cita tra l’altro l’alto tasso di suicidi. Ma la situazione finlandese non è molto diversa da quella di altri “insospettabili” paesi.
La Finlandia è famosa all’estero per l’alto tasso di suicidi, ma è solo quarta nella classifica europea.
Sfatiamo subito un mito: la Finlandia non è la prima nazione al mondo per tasso di suicidi. Il podio di questo macabro primato è occupato, in ordine, da Bielorussia, Lituania e Russia. Nazioni economicamente potenti come il Giappone e la Corea del Sud si posizionano rispettivamente al sesto e al nono posto. Per quanto riguarda gli “insospettabili”, ben due nazioni in Europa hanno un tasso di suicidi più alto di quello Finlandese: l’Ungheria, all’undicesimo posto, e il Belgio che con il dodicesimo posto si piazza direttamente di fronte alla Finlandia.
C’è da dire che la situazione non è sempre stata quella attuale: il tasso di suicidi in terra finlandese è infatti diminuito del 40% negli ultimi 15 anni, passando da 30 a 18 suicidi ogni 100.000 abitanti.
La ragione di una diminuzione così drastica è da attribuirsi principalmente all’azione di governo dopo il 1991, data che vide la Finlandia primeggiare per tasso di suicidi di giovani fra i 13 e i 19 anni. Da quel momento in avanti il supporto psicologico contro la depressione è raddoppiato, portando benefici piuttosto evidenti in un ambito estremamente delicato.
D’altro canto, durante il boom economico ed urbano fra il 1965 e il 1990, paradossalmente, la Finlandia triplicò il numero dei suicidi. Gli esperti tendono a scartare l’ipotesi che i freddi e lunghi inverni abbiano molta influenza sul fenomeno, perché nazioni a latitudini analoghe, come la Norvegia, ebbero per lunghi periodi un tasso di suicidi equivalente alla metà di quello finlandese.
Motivazioni più plausibili relative all’alto tasso finlandese di suicidi, che anche oggi rimane comunque impressionante rispetto agli standard a cui siamo abituati (l’Italia si classifica 62esima), sono da ricercarsi su una disponibilità di supporto psicologico ancora insufficiente rispetto alle richieste – gli studenti, in particolare, possono essere messi in attesa per mesi – e su una certa facilità con la quale si possono ottenere medicinali antidepressivi, che alla lunga possono portare dipendenza.
Altre ragioni che potrebbero giustificare l’alto tasso di suicidi sono l’abuso di alcool e la bassa densità abitativa che influisce sui rapporti umani aiutando a creare un certo senso di isolamento e solitudine per chi vive lontano dai centri abitati.